Prima che piovano le foglie



Qualche giorno fa ho sognato di volare seduta sul dorso liscio e scivoloso di un grasso papero bianco* di nome Marten Rumo.
Sopra di  noi il cielo cambiava continuamente colore mentre tutt'intorno si succedevano intricate foreste e laghi dalle forme più insolite e tappeti di fiori come quelli dei giardini Trauttmansdorff.
Poi ad un certo punto, una dopo l'altra,  sono comparse decine di nuvole che  dopo un susseguirsi di poderosi tuoni sono esplose in una sensazionale pioggia di foglie multicolori.
E anche se nel sogno era una cosa assolutamente normale io ne ero incantata e pensavo a quante cose avremmo potuto fare con quelle magnifiche foglie e allora ho aperto le mani per acchiapparne qualcuna ma  per quanto mi sforzassi quelle  continuavano inesorabilmente a scivolarmi dalle mani.
Poi mi sono svegliata.

Addosso, insieme alla meraviglia per quei paesaggi surreali e fantastici , una sensazione che conosco bene perchè mi fa compagnia ogni anno in questo esatto periodo.
Quella di scivolare mentre corro verso la prossima meta.
Perchè quando arriva la fine di agosto e si va verso quel periodo per me magico ottobre-dicembre mi entra quel'ansia, non è esattamente ansia ma non saprei come altro chiamarla forse smania, di voler far questo e quello e anche quest'altro e rimbalzo da una parte al'altra come una pallina del flipper e cambio colore alle pareti, comincio gigantesche opere di restyling e faccio millemila progetti di weekend che poi cambio sempre all'ultimo minuto.
E sarebbe  anche bello se non fosse che spesso poi le cose non me le godo come meriterebbero e soprattutto so che questo riempire la strada di cose è  a volte il modo più facile per  illudermi di arrivare più velocemente all' amato autunno e a tutte  quello che di bello  lo riguarda , tra le altre cose,  un nuovo  viaggio emozionante .
Tutto questo  non va bene,  specie per me che sono quella che inneggia sempre  l'importanza di  quel che c'è nel mezzo, ve lo ricordate?
E allora insomma ho deciso che quest'anno doveva essere diverso e ho continuato ( e continuerò) sì  a fare quelle solite millemila cose  ma provando a scivolarci dentro invece di lasciare che mi sfiorino e basta.


Cambiando colore alla casa e facendo in modo che ci assomigli sempre di più (a proposito tra pochissimo  la nuova tag travel style),  ma cercando di andare senza fretta .



Scegliendo le mete secondo il cuore come i piccoli viaggi  incontro alla natura che mi rende sempre felice e  le gite nella nostra bella campagna di cui ho sentito profondamente il bisogno in questi ultimi weekend.
Come raccogliere la frutta e trasformarla in quello che ci piace.





























Insomma sono sempre la solita ragazza d'autunno ma ci sto provando con tutte le forze; a godermi questo ultimo sussulto d'estate prima che le nuvole tornino a comparire e sì, comincino anche a piovere le foglie.
Solo che questa volta riuscirò ad acchiapparle.


* E' buffo, qualche giorno fa parlavo di libri che sognano e ora invece sono io  a sognare loro.

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Commenti

  1. Uhhh come lo capisco quel fermento là...e ti dirò che quest'anno che abbiamo fatto prevalentemente mare, mi manca da morire il contatto con la terra!! il tuo ometto è sempre più grande... bellissimi scatti e chissà che ti mi riesca a contagiare sulla voglia di sistemare casa ,-)
    un abbraccio enorme!!

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    1. Hehehe, duro da combattere eh? ;-) Oh sì, ne sono sicurissima!
      Un abbraccio grande anche a te!

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  2. Anche a noi piace molto il contatto con la terra, ma in questo periodo è troppo forte.....ahahaha.Qui è iniziata la raccolta delle mele, i miei genitori ne hanno poche ma la fatica è tanta, tutti i fine settimana sono dediti alla raccolta, la cosa bella è che qui in autunno ci sono delle giornate spettacolari, sole, caldo, cielo blu, i colori della natura che stanno cambiando..... Dovete venire a trovarmi! Tu, Daniela, ci sei passata vicino tantissime volte, prima o poi devi fare tappa, ti aspetto un saluto dalla Val di Non.

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