Back home. Alla fine del libro

Sulla Transfăgărășan, una delle strade più belle del mondo
"Nessuno torna da un simile viaggio come la stessa persona". Andrè Gide
C'è un meraviglioso manuale che ho ricevuto in regalo per il mio compleanno, il quale raccoglie in oltre seicento intriganti pagine, innumerevoli rimedi letterari ai più disparati malanni.
Per ogni dolore, sia esso del corpo o della mente, vengono prescritti i rispettivi farmaci che però, a differenza di quanto avviene nella  medicina tradizionale, non si trovano in farmacia bensì in libreria o in biblioteca...
In breve,  un eccezionale prontuario di  biblioterapia.

Tra i  vari malesseri annoverati che spaziano dal mangiare troppa carne alla piagnucolosi, c'è anche la paura di finire un libro, disturbo di cui come me, anche molti di voi saranno affetti e che riguarda quel momento  straziante e terribile in cui dopo aver pianto, sognato, fatto amicizia con un libro e con i suoi personaggi arrivate sofferenti all'ultima pagina.

Bene.
Ora, come credo  sappiate già, leggere e viaggiare sono a mio avviso assiomi indissolubili, meravigliosi compagni  che camminano  a braccetto nella stessa appassionante direzione:
quella di condurci in altri mondi, siano essi reali o fantastici ma comunque sempre intrisi di emozioni.
 a spasso per la cittadella medioevale di Sighisoara (Transilvania)
Ed  allora (ci pensavo in  questi due giorni di millemila chilometri per tornare a casa )   la fine di un viaggio non è un po' come la fine di un libro?
Non è parimenti straziante la sofferenza di lasciare un paese e tutto quello che è rimasto indietro? I nuovi amici, i nuovi sapori, le consapevolezze e  le esperienze, la musica, le nuove parole, i nuovi paesaggi che vi hanno tinto gli occhi ?
E allora perchè non provare a guarire con lo stesso rimedio?

Il farmaco consigliato dal manuale  non è un titolo in particolare ma piuttosto un consiglio:
non lasciarsi il libro alle spalle.
Leggere qualcosa che ne parli,  parlare con altre persone che lo hanno letto, raccontarlo e consigliarlo agli amici, guardare il film che ne è stato tratto ed eventualmente, rileggerlo.

Ecco.
A partire dai prossimi giorni abbiate pazienza perchè ho intenzione di osservare la cura alla lettera.
Leggerò molto, guarderò film  e soprattutto ne parlerò tanto.
Vi racconterò il nostro splendido viaggio dall'inizio certa che come le altre volte, questa condivisione sia un modo per continuare a vivere le emozioni che ci ha lasciato questa terra incantata. 
E chissà, magari quando  avrò finito, sarete voi a riraccontarla a me...

"In questo modo non finirete mai il vostro libro, e lui sarà parte di voi. Non siete arrivati alla fine. In realtà, siete solo l'inizio". Da curarsi con i libri, E. Berthoud, S. Elderkin, pag 246.

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Commenti

  1. Ho seguito il vostro fantastico viaggio su instagram e come sempre riesci ad affascinarmi e incuriosirmi. Non vedo l'ora di sentire tutti i dettagli e mi ispira tanto anche il libro di cui parli!

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  2. Mi hai dato una bellissima idea per il compleanno di un amico e non vedo l'ora di saperne di più sulla Transilvania!!!!!

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    1. Ottima idea regalo, un libro fantastico con un solo difetto. La wishlist si dilata all'inverosimile... :-)
      Presto saprete tutto!

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  3. Concordo col paragone viaggio-lettura. La fine di un viaggio mi riempie di tristezza, così come la fine di un libro ma contemporaneamente mi sorride la promessa di una nuova meta, di nuove pagine e nuove avventure.

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    1. Hai perfettamente ragione e pensare ad una nuova avventura è probabilmente la cura migliore. :-)

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