Nuove conoscenza e vecchi amori.
Mulhouse con la cite du train, dove perdersi tra le decine di affascinanti binari, scivolando lentamente tra passato e futuro.
Incontro a giganti sbuffanti e lucenti locomotive, disastri ferroviari e rompighiaccio fino al cuore dei vagoni più celebri. Quelli che hanno accolto principesse e le plus grand détective du monde.
E poi Colmar con l’incantevole Petit Venice e le strade piene di fiori, le case a graticcio che si riflettono nel fiume e le suggestive insegne in ferro battuto.
Tra una Rue e una Place con la magia regalata dal ricordo di un tempo che pare essersi fermato, benchè rinnovato dalla luce gioiosa dell’estate.
E il pomeriggio passa, e la sera.
Mentre il villaggio lentamente si illumina tutto brilla e fa mancare il fiato.
Come la cucina alsaziana e i suoi sapori e atmosfere familiari che fanno ancora da madeleine proustiana.
E mentre i cigni e le facciate color pastello sono lacornice, nell’aria una musica bella da non credere.
C’era una volta…
Il direttore alza la bacchetta e Tchaikovsky esplode nella cattedrale illuminando i sorrisi increduli di tanta fortuna.
Domenica mattina.
Verso Lussemburgo o forse Reims.
Senza nessun orario o itinerario preciso da seguire se non quello scritto nel cuore e nell’animo.
Abbandoniamo l’autostrada per inoltrarci lungo un tratto della route des vins e poi attraverso quelle strade interne che incrociano paesi e villaggi senza tempo.
E basta un cartello per cambiare programmi. Una vide grenier e dei volti sorridenti, e mani che racchiudono tesori.
Una vecchia poltrona, un cavalluccio a dondolo che ha fatto la felicità di almeno due generazioni di bambini, una lampada a olio e una cornice consumata dal tempo.
Lo svuota soffitta è un mercato organizzato nel cuore di un villaggio, dove i “particuliers”venditori non professionisti espongono dei loro oggetti, che non utilizzano più ma che occupano solamente spazio, al fine di sbarazzarsene rivendendoli ai visitatori. Con lo spirito di far ordine, recuperare qualche euro e far felice qualcuno.
La mattina passa in un attimo tra una bancarella e l’altra, un’atmosfera unica e il profumo irresistibile della tradizionale tarte flambée che ci trattiene a pranzo.
Un'irresistibile focaccia con creme fraiche, pancetta a dadini e cipolla.
Niente orari, niente fretta in questo momento la nostra felicità è qui, dove ci sono i sorrisi più belli.
Quello timido della signora che prepara l’irresistibile piatto tradizionale,
quello di Philippe che nonostante il caldo lavora con gioia.
E mangiamo tutti nella stalla, noi italiani in mezzo ai francesi e i bambini giocano coni nuovi tesori e si ride e si chiacchiera e l’atmosfera è quella di una festa.
Quella dove si fanno nuovi amici.
Dopo pranzo ancora un giro tra i vicoli e il trio improvvisato dietro una bancarella, vecchi strumenti, il suono romantico della lingua francese e il villaggio ci saluta ancora con un sorriso.
Se questo è cambiare i programmi vuol dire che lo faremo più spesso.
E ora a Calais.
Di nuovo on the road…
Bellissimo post e bellissime foto! Mi fai venire voglia di partire...
RispondiEliminaBello il vostro viaggio non poteva iniziare in modo migliore. Credo che avere tempo senza orari precisi sia il più regalo che ognuno si dovrebbe concedere.... leggendo il post traspare serenità e questo è il miglior modo di viaggiare....
RispondiEliminaUn abbraccio Simi
Che bell'inizio di viaggio!!! Attendiamo aggiornamenti :)
RispondiEliminasolo a veder le foto mi vien voglia di partire...e invece sono bloccata in casa con la mia bimba che ha la bronchite..ma ci rifaremo presto...intanto "viaggio" con te...grazie per le emozioni che riesci sempre a darmi!!!
RispondiEliminasegno tutto!!! prima o poi ci devo passare!! :)
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