L'aria profuma di latte e riso, di frutta caramellata e calamari secchi. I dolci senbei passano da una manina all'altra mentre cresce l'eccitazione, trepidazione, curiosità.
I bambini si chiudono ansiosi intorno alla strana bicicletta, Il kamishibaia raccoglie il denaro dei dolci e poi, con un gesto lento, apre il coperchio del suo teatro di carta (kami- shibai) e lascia che il mondo dell'immaginazione e della fantasia esca dalla valigia delle storie.
C'era una volta...
Era questa una scena che nel periodo tra le due guerre, si ripeteva ogni giorno in tutto il Giappone. Si pensi che solo a Tokyo erano oltre tremila i raccontastorie che a bordo delle loro biciclette si fermavano in ogni angolo della città e aprivano le porte ad un mondo fatto di storie, fantasia, spettacolo.
Ma chi era il Kamishibaia?
Ebbene possiamo dire che questa figura sia nata dalla combinazione di tre fattori:
la diffusione dell'uso della bicicletta, la crisi economica tra gli anni '20 e '30 e l'avvento del cinema sonoro.
I primi artisti del kamishibai erano infatti narratori del Benshi una disciplina che consisteva nel commentare i film muti di allora. Lentamente l'avvento del sonoro fece restare senza lavoro migliaia di narratori Benshi, che si convertirono all' attività di narrazione in strada.
In mancanza di lavoro come spesso accade ci si inventò un nuovo mestiere, un nuovo modo di guadagnare e vivere dignitosamente.
Naturalmente il kamishibaia era solo un dente dell'ingranaggio. C'erano i Kashimoto che affittavano le biciclette complete di teatrino e compravano le storie dagli artisti. C'erano i disegnatori, i dolci e così via. Certamente la qualità delle storie era importante, ma più di tutto lo era la capacità di narrare del racccontastorie, la capacità di coinvolgere il piccolo pubblico e naturalmente di vendere i dolci. Chi comprava di più stava in prima fila altrimenti ci si accontentava di sentire le storie da lontano.
Naturalmente il kamishibaia era solo un dente dell'ingranaggio. C'erano i Kashimoto che affittavano le biciclette complete di teatrino e compravano le storie dagli artisti. C'erano i disegnatori, i dolci e così via. Certamente la qualità delle storie era importante, ma più di tutto lo era la capacità di narrare del racccontastorie, la capacità di coinvolgere il piccolo pubblico e naturalmente di vendere i dolci. Chi comprava di più stava in prima fila altrimenti ci si accontentava di sentire le storie da lontano.
Finito lo spettacolo si chiudeva la valigia, si rimontava in bicicletta, per fermarsi ora lì ora là, di nuovo il profumo dei dolci, i bambini, la magia delle storie.
Purtroppo prima la guerra e poi l'avvento della televisione fecero lentamente sparire il kamishibai. Paradossale pensare che la stessa televisione venne inizialmente chiamata denki kamishibai ovvero Kamishibai elettrico!
Ma per fortuna non tutte le cose belle vengono dimenticate e negli ultimi anni l'interesse per questo strumento meraviglioso è tornato.
Come è fatto il Kamishibai?
Si tratta di una sorta di teatrino di legno in cui sul retro si fanno scorrere le immagini della storia che si sta narrando.
Il Kamishibai permette di creare una atmosfera magica, di trepidazione ed emozione nel momento in cui la pagina scorre e si intravede la scena successiva. Crea curiosità, emozione, in Giappone viene utilizzato addirittura come strumento didattico nelle scuole.
Ho riscoperto il kamishibai grazie a questo post di Claudia di La casa nella prateria e me ne sono subito innamorata.
In casa nostra adoriamo raccontare storie, leggerle, scriverle, inventarle, recitarle, la fantasia fa parte della nostra vita.
L'idea quindi di avere uno strumento nuovo per i nostri racconti ci ha emozionato moltissimo e così ieri approfittando di un pomeriggio grigio e piovoso ci siamo dati da fare ed è nato il nostro primo kamishibai.
Ho utilizzato una cornice di ikea alla quale ho attaccato delle parti di cartoncino ritagliate dopo aver preso la misura.
Lo stesso per il dietro dove si inseriscono i fogli. Un cartoncino e dello scotch. Per comodità il foro per inserire i fogli l'ho fatto in alto ma credo che lo modificherò perchè mi piace di più l'idea che le immagini scorrano lateralmente.
E' davvero semplicissimo e si può fare interamente con materiale riciclato.
Mentre io ritagliavo Aj si è dato da fare con le storie, gli ho spiegato come funzionano le sequenze ed è partito subito con una serie di otto fogli.
E' stato emozionante, costruirlo, leggerne la storia e parlarne tutti insieme.
Mentre io ritagliavo Aj si è dato da fare con le storie, gli ho spiegato come funzionano le sequenze ed è partito subito con una serie di otto fogli.
E' stato emozionante, costruirlo, leggerne la storia e parlarne tutti insieme.
Alla fine del pomeriggio è nata la storia di un gruppo di animali nel bosco e quella di un fantasma nel castello.
Il profumo dei biscotti ha preso il posto dei senbai, nell'aria una musica dolce accompagnata da una vocina chiara ed emozionata, la magia del kamishibai...
****Aggiornamento****
A pagina 20 dello straordinario trimestrale di informazione bibliografica e di orientamento critico Liber trovate il mio articolo sul Kamishibai.
che bello! bravissima! e anche il tuo ometto è stupendo con quel cappellino!
RispondiEliminaio mi tengo l'idea in serbo e la tirerò fuori più avanti!!! che storia affascinante questa del kamishibai!! buona serata baciiii
Meraviglioso post, ma quante cose interessanti, ogni volta è una scoperta, anche il post precedente è stupendo! Tanti complimenti famiglia
RispondiElimina@Silvietta: Grazie e benvenuta sul blog ;)!!
RispondiEliminaNon parliamo del tempo, qui anche oggi grigio e piovoso!
@Smile1510:Davvero affascinante. e' incredibile come le cose cambino aspetto quando ne si conosce la storia!
@Robertina: Grazie!!
Carissima, leggo solo ora il tuo commento al mio primo post.
RispondiEliminaTi ringrazio per le tue parole.
Mi fa molto piacere che anche tu in qualche modo segua il mio, di "viaggi".
Ne approfitto per farti il mio apprezzamento per il kamishibai, per la poesia con cui ha introdotto l'argomento, e vedere il visino del tuo bambino mentre spiega le storie è bellissimo.
Bravissima, oltretutto hai scovato un sacco di informazioni!
RispondiEliminaMolto bella la vostra versione, e il tuo piccino sembra proprio a suo agio!
Il libro della tua wish list ha una copertina stupenda,magari ci faccio un pensierino anche io..sto creando la mia wish list x natale!! :)
RispondiEliminaciauuu
Daniela
Ho letto un pò di post.... che dire...le parole si ripetono....sei GRANDE !!!!!!!!!!
RispondiEliminaTVBBBBBBBBBB Mamma
Che brava!
RispondiEliminaGrazie per le informazioni, ne avevo letto già un post sul blog di Claudia, mi avete fatto venir voglia di provarci.
Mamme blogger siete una continua ispirazione!
Mamma gira mondo bella! Ma che figlio fortunato hai? Senti un po' ma questa è proprio una figata, mi fa ridere il pensiero del mio fidanzato che quando avremo figli "costringerò" a fare cose tipo questa!!!Lui già si spaventa al pensiero di quanta creatività dovremo mettere in moto, ih ih! Ma credo che anche lui potrebbe fare il kamishiabi, ih ih. Come al solito ricca di spunti, grazie.
RispondiEliminaOhi mandami il tuo indirizzo, baciotti
Vi va di partecipare allo scambio di natale tra blogger di cui parlo sul mio sito? :) se siamo numerosi viene davvero bene!grazie :)
RispondiElimina@Mammandorla: benvenuta, le tue parole mi fanno davvero piacere!!
RispondiEliminaIl tuo viaggio è uno dei più belli che ci possa essere, spero anche io un giorno di cominciare a progettarlo...
@Claudia: ne sono rimasta davvero affascinata e la sua storia non fa che accrescerne la poesia. Non ti ringrazierò mai abbastanza!
@Daniela:ne ho letto una parte ed è straordinario! nelle librerie di Firenze non l'ho trovato, lo ordino su Bol!
@Nonnag:Ti voglio tanto bene anche io...
@Amalia:é proprio lei che mi ha ispirata ;)
@Giulia: sei un tesoro!! PIù tardi ti mando l'indirizzo, devo ancora venire a leggere del tuo viaggio e soo proprio curiosa. Perdonami, ho mmille progetti a mezzo e un Natale da organizzare :)
@daniela: Ti ringrazio cara. Purtroppo mi sono impegnata con un po' troppi progetti quest'anno e non riesco proprio a trovare altro tempo. Natale poi mi assorbe tantissimo, è un periodo che adoro ma in cui c'è tanto da organizzare, un viaggio, tantissimi mercatini, le storie, i libri...
Poi comunque vengo a dare un occhiata. Un bacione