Libri in valigia:Le uova di Rechenka


La sera si sedevano  intorno al fuoco. Lei,  la mamma e poi babushka e djedushka che vivevano insieme a loro e avevano quel magico dono della gente dell'est, quello che fa prendere vita alle storie. 
Quei favolosi racconti, sussurrati tra lo scoppiettante crepitare di un fuoco d'inverno sono rimasti impressi nella memoria di Patricia Polacco. E insieme all'amore per le oche e a quella magica mattina in cui la nonna le insegnò la millenaria tradizione di decorare le uova... sono scivolati dentro ad un libro.
Ed eccolo qua...


Babushka viveva da sola in una piccola dacha adagiata nel mezzo della campagna russa. Però la conoscevano tutti, perchè la sua bravura nel dipingere le uova era tale che ogni anno vinceva il primo premio al Festival di Pasqua a  Mosca.
Ogni giorno prendeva un  guscio dal cestino e lo trasformava, dipingendolo di stelle e fiori e piccole cerchi e triangoli colorati.
E così trascorreva l'inverno.
Poi una mattina, alla fine di una tempesta di neve, vide una povera oca ferita cadere giù dal cielo. Si era rannicchiata a terra, moribonda, probabilmente colpita da un cacciatore.


La nonnina la curò, preparò per lei la cesta più bella foderandola con la coperta più calda e l'oca, lentamente, cominciò a guarire.

Le trovò anche un nome mentre  Rechenka dal canto suo, ogni nuovo giorno le regalava un uovo, come a volerla ringraziare di tutto l'amore che riceveva.
E quando la giovane oca cominciò a sentirsi meglio iniziò ad  esplorare gaia le casa. Saltellava sui mobili e intorno ad ogni angolo finchè non arrivò anche sul tavolo di lavoro di Babushka, rovesciando inavvertitamente il cesto con tutte le uova decorate per il festival...


Le uova caddero sul pavimento frantumandosi in mille pezzi insieme alle emozioni dipinte in tutti quei lunghi mesi. Adesso non aveva più senso andare al festival.
La mattina seguente babushka, dopo essersi alzata, si avvicinò come sempre al cesto per prendere l'uovo di Rechenka con cui faceva colazione ma, si accorse con meraviglia che non si trattava del solito uovo.
Era decorato!
Dipinto dei colori più brillanti e magnifici che avesse mai visto.



Per venti meravigliosi giorni ogni nuova mattina il miracolo si ripetè.
Intanto la primavera  era alle porte e Babushka sapeva che Rechenka doveva volare via insieme alle altre oche. Le sarebbe mancata tantissimo. Insieme avevano condiviso le giornate, i miracoli e persino il tè accompagnato dal kulich ricoperto di pashka.



E quindi arrivò il momento di partire per Mosca. A piedi, lentamente, attraverso la Valle di Lebitov fino a quel ponte che attraversa il fiume  e va incontro alle cupole della cattedrale che svettano verso l'alto come un grappolo di piccole cipolle.


Ovunque c'erano musicisti, ballerini, giocolieri, cibo tradizionale, musica, allegria e colori.
Le uova di Babushka vinsero ancora una volta il primo premio: una soffice e calda trapunta fatta di piume.
Tornando a casa vide uno stormo di oche starnazzanti che scivolavano via sopra il cielo. "Chissà se Rechenka è con loro" si domandò.
Arrivò a casa che era già buio, bevve un sorso di tè, mangiò gli ultimi kulich e stanca e sola si gettò a letto con il suo libro di  poesie prefrito, abbracciata alla sua nuova trapunta.
Però quella notte qualcosa la svegliò.
Un lieve ticchettare e frusciare e battere piano. Il rumore veniva dal cesto dove prima di andarsene, riposava Rechenka.
Babushka si alzò e in mezzo e tra le pieghe della coperta intravide qualcosa di meraviglioso.


Un nuovo uovo, non solo splendidamente decorato e brillante ma... vivo...

L'ultimo miracoloso regalo di Rechenka per lei...

E così finisce questa storia.
Che ci è piaciuta tantissimo non solo perchè è una favola che scalda il cuore , così splendidamente illuminata dalle originali illustrazioni di Patrizia Polacco. 
Ma perchè oltre ad essere una storia nella sua storia ci dà l'occasione per immergersi in un cultura affascinante come quella russa.
Perchè dopo averlo letto si può imparare a decorare le uova alla maniera di Babushka. Si possono cercare le ricette dei dolci che mangia  come il kulich ricoperto di pashka o ancora il pane intrecciato che si intravede nelle immagini della nonnina in viaggio dentro ad una Mosca allegra e brulicante.
Si scoprono cose nuove, insomma, nascoste nel testo e in gran parte nelle illustrazioni, che meritano di essere osservate con attenzione ancora e ancora perchè, come le parole, hanno un grande potere: 
quello di accompagnarci per la mano in un mondo di storie infinite che attendono solo di essere liberate.

di Patricia Polacco
28 pagine
solo in inglese

Potete ascoltare  la storia di Rechenka's Egg, conoscere l'autrice e scoprire molto altro sulle uova e sulla tradizione ucraina di dipingerle usando la cera guardando questa splendida trasmissione per bambini (in inglese).

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Commenti

  1. Salve,
    bellissimo libro, adoro le storie e le illustrazioni dei libri per bambini che poi in fondo insegnano anche a noi.
    Hai un libro da suggerire per leggerlo al 5enne in occasione della ns. prossima gita a Barcellona?
    Grazie e complimenti per le idee, le foto e la capacità descrittiva.
    Ilaria

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    1. Grazie Ilaria. Non so se mi avevi già scritto anche tu una mail, nel caso mi dispiace se non ho ancora risposto ma ho ricevuto tantissime richieste di consigli di lettura proprio su Barcellona e contavo di fare un post o quantomeno una mail per tutte perchè davvero siete tantissimi. Abbi ancora un po' di pazienza... e se invece non mi avevi ancora scritto pardon :-) Grazie mille per i complimenti!

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  2. Sempre di grande ispirazione, grazie

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