Riesco a leggere con gli occhi chiusi*

Il calendario di Aj

The more that you read

the more things you will know
The more that you learn
the more places you'll go 
                  "I can read with my eyes shut" by Dr Seuss

Ci sono dei giorni che aspetti con particolare trepidazione:
li sogni un attimo prima di addormentarti e al mattino ti fanno alzare di buon umore.
Giorni che segni sul calendario ,che ti fanno sorridere anche solo al  pensiero.
Giorni come il 2 Marzo in cui l'impossibile (o quasi), diventa vero.

E quale altro giorno dell'anno più di questo ci dona l'ispirazione per fare le cose più  matte e insensate (ma solo apparentemente)?
Mangiare prosciutto e uova verdi, indossare millemila cappelli in una sola volta,  piantare semi di leccio laniccio, parlare in rima o   partire per andare ovunque nel mondo?


Un giorno per festeggiare quel formidabile genio che è stato il Dr Seuss, scivolando anima e corpo dentro a quel suo strampalato universo pieno di personaggi folli e assurdi e storie scombinate e macchine stravaganti e  bislacche ma solo a prima vista, perchè in realtà, dietro a quei mondi bizzarri si celano sempre storie più che concrete  presentate in un modo talmente fantasioso e saggio da regalare oltre a divertimento e commozione anche un'infinità di meravigliose  riflessioni da discutere insieme ai nostri bambini.


Giodola è un allodola annoiata e stanca. Stanca di covare e covare e covare il suo uovo. Ha i crampi alla zampa e non ne può più di star seduta ad aspettare. Vorrebbe andare in vacanza, riposarsi, lasciare il nido e partire.
Quando vede Ortone l'elefante passare da quelle parti ha un illuminazione:

"Tu non hai nulla da fare
 e io ho bisogno di riposare.
Ti va di sederti sul mio uovo da covare?"

Giodola riesce a convincere Ortone che prende seriamente il suo incarico. Puntella l'albero per far sì che regga il suo peso e comincia a covare giorno e notte e  notte e giorno,  con il sole e con la pioggia, con il caldo e con il freddo mentre l'allodola è ormai lontana a godersi le spiagge delle Canarie senza alcuna intenzione di ritornare.
Intanto arriva l'inverno con la neve e il gelo ma l'elefante non lascia un attimo il suo uovo.


Gli altri animali lo prendono in giro, pensano che si creda un uccello, che abbia perso il cervello.
Arrivano tre cacciatori ma lui non si muove, viene portato via su un carro, trasportato su un bastimento in mezzo all'oceano, venduto ad un circo e costretto a mettersi in mostra da Boston al Colorado, da Rio a Chicago ma Ortone rimane seduto sul suo uovo in cima al ramo.
Poi un giorno la frivola Giodola si ritrova a volare sopra quel circo viaggiante. Attratta dalle bandiere scende a dare un'occhiata. Vede Ortone e l'uovo che proprio in quel momento, dopo dieci lunghi mesi comincia a schiudersi.

" E' mio" lei farfuglia. "E' il mio nido amato!
Scendi dall'albero che tu mi hai rubato!

Ora che la cova è finita l'uccello vorrebbe indietro il suo uovo e il povero Ortone, bianco dalla paura e con il cuore spezzato non può che tirarsi indietro.
Ma a quel punto tra i pezzi di guscio un po' rosso un po' bianco compare qualcosa di inaspettato.

Appare agli occhi di Orton l'elefante un piccolo essere alato e volante...(...)
Un ELEFANTE-ALLODOLA!!! Incredibile!" (...)


Così, così, COSI' doveva andare,
grazie ad Ortone, elefante leale
che paziente e devoto ha covato e covato
e a parola data ha rispettato!
... e a casa lo mandarono contento:
"Felice viaggio, al cento per cento!"



Se lasciando la città proseguite ancora un po' oltre, verso la piazzola dove cresce Erba acerba, là dove soffia un vento aspro e non si sente cantare un solo corvo dovreste trovare un' insolita piazzola, la stessa che un tempooccupava il Lorax.
Se volete conoscere la sua storia non dovete far altro che mettere un soldo dentro al secchio attaccato alla fune appesa alla vecchia casa lì a fianco e se siete fortunati il Chi-Fu calerà dall'alto il suo sussurrofono e parlandovi all'orecchio ve la racconterà...

Tutto inizia chissà
quanti mai anni fa...

Vi racconterà di quando  arrivò per la prima volta e tutto era ricoperto di splendidi prati fioriti e l'aria era pulita e i cigni  e i pesci cantavano  e ovunque in quel luogo da sogno crescevano splendidi alberi con la chioma coperta da ciuffi brillanti. 

E sotto, alla base di quei bellissimi Lecci lanicci giocavano i Ba-ba-lanutti che ci si arrampicavano e mangiavano i frutti.
Il Chi Fu sognava da sempre quegli alberi perchè sapeva che con quei morbidi ciuffi avrebbe potuto creare dei morbidi Tuttoni che potevano servire da tappeto, maglione, calze, camicie, calzoni.
Avrebbe aperto un negozio e fatto soldi a palate.
Così cominciò a tagliare gli alberi e giorno dopo giorno mise su un'impresa. Sempre più grossa, sempre più grande.
Nel frattempo da uno dei tronchi era uscito fuori uno strano essere, bassotto, anzianotto, brunetto e muschiosetto, il Lorax, che aveva tentato invano di fermarlo.
Ma lui niente, aveva continuato a tagliare e tagliare anche quando  i ba-ba-lanutti furono costretti ad andarsene per mancanza di cibo e i cigni smisero di cantare perchè il fumo della fabbrica strozzava le loro gole e i pesci Coristi andarono a cercare dell'acqua migliore.
E nonostante tutto questo lui aveva continuato a tagliare, a ingrandirsi e tagliare, tagliare e ingrandirsi fino a che anche l'ultimo leccio-laniccio venne abbattuto.

In quel momento un gran colpo si udì!
Uno schiocco sinistro ci raggiunse fin lì!
Era un'ascia su un albero, e lo aveva abbattuto.
era l'ultimo Leccio Laniccio caduto!

Senza più alberi l'impresa dovette arrestarsi. Gli operai se ne andarono sotto un cielo soffocante per il fumo. Non c'erano più cigni nè pesci, nè ba-ba lanutti e alla fine anche il Lorax dopo averlo guardato tristemente se ne andò.
Ma prima di farlo, prima di volarsene via lasciò una cosa.

In questa rovina lasciò solo una cosa.
un mucchietto di pietre e una scritta vistosa...
" A MENO CHE".

Da allora il Chi Fù se ne sta solo in quella landa desolata. Chiuso dentro ad un gelido covo tra travi marcite e vestiti con fiocchi di ciuffi ammuffiti.
Anni e anni pensando al disastro senza capire.
Fino a che...
Fino a che qualcuno come te non si trovi a passare di là.
Fino a che, A MENO CHE uno come te prenda a cuore la questione e...

E COSI'...
prendi!" disse Chi-Fu.
E qualcosa lanciò.
"E' un seme di Leccio Laniccio.
E' l'ultimo che ho!
E' l'ultimo seme, te lo do con speranza.
Dei Lecci lanicci non si può fare senza.

Pianta un nuovo Leccio.
Curalo con impegno.
Fai crescere un bosco.
Via le asce dal legno.
Ricorda, ha bisogno di aria e acqua pulita.
E il Lorax e tutti i suoi amici potranno tornare.
e con loro, la vita".

Oggi ho voluto festeggiare con voi raccontandovi due delle nostre storie preferite e magari poi  voi mi racconterete le vostre...

Links:
L'uovo di Ortone
Il Lorax

Intanto Happy Birthday Dr Seuss !

* Il titolo del post è la traduzione di un altro meraviglioso libro di Dr. Seuss (che non è stato tradotto in italiano ), I can read with my eyes shut di cui vi parlerò prossimamente insieme ad altri favolosi titoli.


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Commenti

  1. Happy birthday, Dr Seuss! Sapevo di trovare qui una festa in suo onore!!
    Un abbraccio,
    Monica

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  2. Dico sempre al mio ometto mangialibri che nella vita spesso si incontrano dei bivi e occorre scegliere la strada giusta forse non quella più facile, proprio come insegna il mitico Dr. Seuss. Partire per il paese di Solla Sulla sulle acque del fiume Trastulla, soffre poco chi è là o quasi nulla o per Bao Baba Ballero sulle acque del fiume Trallero lì non soffre nessuno. Davvero! Oppure è meglio affrontare i problemi a testa alta riprendendo il cammino per la Valle di Bice rischiando di essere morso dal Quagliotto Pennuto che addenta nel posto dove sono seduto? Da oggi in poi sono pronto. I miei guai si preparino...io non temo lo scontro! ;-)

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  3. Ricordiamo anche la Guerra del burro?
    Buona giornata

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