Lo straordinario viaggio di Nessie

Il disegno che Aj ha fatto in macchina subito dopo l'orribile scoperta

Oggi avrei voluto parlarvi del faro di Eckmühl, della sua storia e delle sue leggende e   rivelarvi anche un  segreto per fare della visita di questo bellissimo gigante di pietra un'esperienza insolita e straordinaria.
E delle pericolose scogliere di Penmarch' e di quel piccolo tratto di spiaggia dove al posto dei granelli di sabbia ci sono gusci di chiocciola dai colori brillanti e i toni delicati. 
Però  pochi minuti fa è successa una cosa e.. allora ho pensato che prima del faro c'è un'altra storia che vi vorrei raccontare...

Ma cominciamo dall'inizio.

Qualche settimana prima di partire per la Bretagna, da una di quelle millemila scatole traboccanti di lego che Aj ha nella sua camera è saltato fuori una  vecchia fiamma, un piccolo pupazzo portachiavi a forma di Nessie che si è comprato con i suoi soldi in Scozia e che è stato uno dei suoi  tre grandi amori.
In termini di dodou, intendo dire. 
Ora, non so se ve l'ho mai raccontato, ma tra tutti gli innumerevoli viaggi che mio figlio  ha avuto la fortuna di fare, la Scozia e non saprei nemmeno spiegarvi esattamente perchè, riveste un posto speciale nel suo cuore, ma proprio speciale speciale del tipo che se per caso salta fuori in qualche discorso lo senti sospirare e gli occhi tradiscono una nostalgia che a vederlo ti si stringe il cuore.
E' forse per questo che trovare inaspettatamente Nessie è stato un vero coup de coeur e nonostante ormai da qualche tempo abbia  perso l'abitudine di dormire con un pupazzo, il piccolo dinosauro ha ripreso  il suo vecchio posto accanto al cuscino.
Va da sé che al momento di partire, dentro alo zainetto c'era anche lui.

Venerdì andiamo via  all'alba e a differenza delle altre volte che lo sapete  ci tengo tanto alla prima tappa, avevamo deciso di andare avanti il più possibile verso la meta, senza un'idea precisa di dove fermarci ma in modo da riuscire ad essere già il sabato mattina in Bretagna, visitare qualcosa del Morbihan e goderci anche un po' la nostra casa sull'albero nel Finistere.
Oltretutto pioveva piuttosto forte per cui macinando chilometri arriviamo fino in Alvernia dove dopo esserci fermati in un autogrill con wifi, proviamo a prenotare qualcosa senza tante pretese: una stanza comoda e vicina.
Booking ci suggerisce un hotel a  Montlucon, cinque minuti di macchina, foto della camera carina, punteggio  9.2, cani ammessi, prenotiamo.
Tutto precede per il meglio, stanza nuovissima e confortevole, personale stragentile, un Buffalo Grill davanti e, sì certo, siamo in autostrada, ma... vista a parte non riesco ad immaginare niente di più perfetto per noi stanchi viaggiatori. 
La mattina seguente si riparte di buon'ora e, adesso  arrivo al punto, fatti un centinaio di chilometri un urlo straziante irrompe nell'auto:

" NESSIE"!!

A questo punto l'avrete capito, lo so l'ho fatta troppo lunga.
Mentre noi procedevamo diritti verso la meta il povero dinosauro giaceva ancora addormentato tra le lenzuola dell'Ace Hotel.
"Oh mon Dieu!" ho esclamato.
Insomma una tragedia. 
Lui che scoppia in lacrime disperato e  io che sono lì lì per piangere  perché sarò un po'matta ma già mi immaginavo una scena tipo Edward Tulane  che sprofonda nell'oceano; a mia discolpa vi dico che una cosa simile ci era già capitata in Danimarca e proprio con un coniglio (quel libro è  bellissimo ma mi ha traumatizzata e no, il fatto che in Alvernia non ci sia il mare è irrilevante). 
Menomale che  c'era Babbog. che, molto saggiamente, o forse diciamolo, più per risparmiarsi duecento chilometri tra andare e tornare che va beh che gli piace guidare ma insomma già se n'era sparati più di mille il giorno prima, ha esclamato molto semplicemente: 

" Chiama, passiamo a riprenderlo al ritorno!"
-Fine prima parte-
continua...


Commenti

  1. In attesa di scoprire come va a finire ti ringrazio per le prime righe di questo post. Mi ci volevano proprio. Mi hanno rassicurata e rasserenata. E fatto tirare un bel sospiro di sollievo. Ti spiego. Tra due settimane partiamo per la Scozia, con i bimbi, tre e quattro anni e mezzo. È il primo viaggio di una certa consistenza che facciamo con loro. Sarà molto itinerante, cambieremo ostello spesso, faremo molti chilometri, prenderemo traghetti. E ogni tanto mi sale la paura, che si studino, che non capiscano il perché, che sia un disastro. Anche se poi quando mostro loro qualche foto di paesaggi o gli racconto qualcosa restano rapiti e sembrano entusiasti. Sapere che tuo figlio ancora ricorda quel viaggio e che quella terra gli è rimasta nel cuore era proprio quello che avevo bisogno di sentire. A presto, e grazie!

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    1. Shaula ne sono felicissima e per rassicurarti ulteriormente ti dico che non ho alcun dubbio che i bambini rimarranno entusiasti della Scozia. A volte il problema siamo noi, che pensiamo che per star bene e divertirsi abbiano bisogno di chissà che cosa. Con gli anni ho capito che al contrario per loro conta piuttosto l'essere insieme da qualche parte nel mondo. E soprattutto specie per i bambini di oggi abituati ad avere tutto programmato e organizzato, dalla scuola alle millemila attività, la natura ha un effetto calmante e regala quella tranquillità di cui hanno bisogno. E poi la Scozia dove ogni curva rivela una sorpresa, che sia una mucca ai margini della strada o il mare, ohhh sospiro anche io. Sarà un viaggio meraviglioso, vedrai.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Questo post è per Mammagiramondo, ma anche per Schaula.
    La Scozia è stato il primo vero viaggio che abbiamo fatto con le nostre girls (ai tempi 6 e 4 anni). Non che ne abbiamo fatto molti altri nel frattempo, ma comunque sia la Scozia ci è rimasta nel cuore. Anche noi abbiamo fatto un bel giro, isole comprese, macinando chilometri e cambiando base quasi ogni giorno. A due anni di distanza le pupe la citano continuamente e chiedono continuamente di tornarci (poichè al tempo ero incinta della terzogenita, la scusa che usano è che dobbiamo tornarci per mostrare tutto alla sorellina, che non ha visto nulla!!!). Concordo sul fatto che sia una terra magica per i bambini, la natura ha un'impronta primordiale e misteriosa che loro riconoscono istintivamente. E' un posto pieno di piccoli grandi tesori (mostri lacustri, castelli, animali, arcobaleni, cornamuse, fossili) che nascondo misteri e diventano spunto per inventare storie, leggere libri e fare ricerche. E soprattutto per vivere insieme, intensamente. E poi c'è il tempo che cambia di continuo, così che non si ha neanche modo di essere tristi perchè pioviggina, perchè tanto tutto è stupendo lo stesso e un minuto dopo col sole lo sarà ancora di più. Che fosse una cascata, la stanza di un castello, un highland cow a bordo strada o la statua di un cagnolino fedele, le mie bambine hanno goduto di ogni istante portandosi dietro ricordi bellissimi. E anche a me viene un nodo in gola a ripensare a tutto, insomma anche io credo di avere il Mal di Scozia!
    Shaula, parti serena, i tuoi bambini non avranno alcuna difficoltà e ti ringrazieranno a lungo per l'avventura che stai per regalare loro.
    Buon viaggio!
    Rossana

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    1. è andata proprio così: tutto benissimo, i bambini ci hanno stupito, hanno retto meravigliosamente la "mole" di viaggio, anzi...sono stati perfino più gestibili che a casa! e sono cresciuti (dentro) moltissim0 in queste due settimane. E sì, ho il mal di Scozia pure io ora!
      comunque credo davvero che la Scozia sia uno dei paesi ideali per iniziare a viaggiare un po' più seriamente con i bambini "piccoli" ( tra i tre e i cinque anni circa per esperienza personale), proprio per quei tesori di cui parli tu, che sembrano proprio catapultarti in un mondo magico!

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  4. Grazie a questi commenti sempre più convinta di un viaggio in Scozia...Prima o poi

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