E' la mattina di un mercoledì di Settembre, il cielo è coperto ma non ci preoccupiamo. In questa regione portoghese capita di frequente, il soffito del mondo ama imbiancarsi di nuvole al mattino, per poi mostrarsi in tutta la sua bellezza celeste prima di pranzo. Che ci volete fare, è fatto così, è un po' timido.
Siamo a Coimbra, città che ha dato i natali a ben sei Re e parcheggiamo l'auto davanti al grande Mercato coperto. I mercati stranieri ci affascinano da sempre, così uguali, così diversi. Prendete ad esempio la bancarella della frutta. in ogni paese oltre ovviamente al cartelllino scritto in una lingua diversa, la frutta è accomodata sul banco con una tecnica diversa. C'è chi si butta sulla estetica, come il famoso Mercato di Barcellona, chi sulla qualità, chi sul gioco delle forme. insomma, ci si potrebbe scrivere un libro; immaginate: "Trattato sulla disposizione della frutta nei mercati del mondo" oppure "Psicologia di una mela al mercato". E poi, non immaginate quante cose si capiscono su un paese, semplicemente facendo un giro per il suo Mercato. Innanzitutto è difficile trovarvi turisti, e poi capita di incontrarci alcuni dei rappresentanti più tipici del paese, come la nonnina che va a fare la spesa, la donna in carriera che passa a prendersi una insalatina tra un cliente e l'altro e chi, al Mercato, ci va semplicemente per fare due chiacchiere. Se volete conoscere i segreti che si celano dietro alla apperente calma di una qualunque città, non andate allufficio informazioni turistiche, andate al Mercato!! Ma torniamo a noi, dopo aver visitato il piano dedicato al pesce per fotografare l'immancabile Bacalhau,
la porta di accesso della città vecchia, intrufolandoci tra vicoli acciottolati, strette strade in salita, ripide scalinate. Il tutto costeggiato da curiosi alberghi, ristorantini e piccoli negozi. La fatica è ripagata dalla vista della cattedrale, la Se Vehla, che con la sua facciata imponente
ci si presenta davanti con tutta la sua bellezza. Dobbiamo fare ancora un po' di strada, diciamo una scalata alla cultura, e siamo arrivati. La Vehla universidade, fondata nel lontano 1290, con la torre barocca dell'orologio, soprannominata affettuosamente dagli studenti, la cabra (capra), e i rintocchi delle sue campane che hanno annunciato per due secoli, l'inizio delle lezioni.
Tali rintocchi sono stati però, in passato anche tristi annunciatori delle horas tristes, tra le sei di sera e le sette del mattino. Periodo in cui gli studenti non potevano uscire di casa per evitare che si distraessero dallo studio.Vanto e simbolo dell'intera nazione si può senz'altro affermare che la vita di Coimbra ruota a ttorno a lei, orgoglio della città. Pensate, persino il famoso fado si distungue dagli altri perchè è cantato solo dagli uomini ed è appannaggio quasi esclusivo di professori e studenti dell'antico ateneo:
"Amor di studente non dura più di un'ora, Cosa puoi desiderare di più delle tue belle donne, del tuo fado, della tua terra" (Rime baciate del fado di Coimbra).
Inutile dirvi delle meraviglie che celano questi edifici, dalla indescrivibile biblioteca Joanina con i suoi 30000 volumi alla capela do Sao Miguel con le pareti ricoperte di azulejos policromi. Ciò di cui però vorrei parlarvi si trova proprio fuori da queste mura, dietro ad un intrico di vicoli, piazzette, botteghe. Si tratta delle republicas, comunità alloggio per studenti la cui storia mi aveva affascinato durante la preparazione del Viaggio e che ero ansiosa di vedere con i miei occhi.
"Uno studente che decide di entrare a far parte di una republicas deve sapere che il bene della "casa" viene prima del proprio."
Questo breve principio descrive approssimativamente lo spirito di questa comunità che si caratterizza ancora oggi per l'esaltazione dei valori universitari che legano il passato al presente. All'interno della casa si decide all'unanimità e tutti i membri ne sono responsabili. Pensate che tutte le case si riuniscono periodicamente nel Conselho das republicas in dibattitti che possono durare intere notti.
Ogni casa ha ideologia e storie proprie che vengono manifestate dentro e fuori dall'edificio con cartelloni, disegni, manifesti e persino oggetti vari appesi alle finestre.
In una "casa" ho notato persino un fantoccio di stoffa impaccato fuori dalla finestra e che rappresenta gli studenti praxisti, in divisa nera e con il mantello , che aderiscono alla goliardia.
Esistono dal 1309 ed è affascinante pensare alla storia che qui è passata, opposizione al regime, resistenza, ribellioni studentesche.
Si potrebbe stare a ore in queste strade, a leggerene il nome, curiosare dalle vetuste finestrelle, scorgendo ogni tanto una targa, in memoria di chi qui c'è nato, o magari, morto.
correndo e spingendo il passeggino in una ideale gara di carrozze. Si urla, si ride, di quella gioia semplice per la vita, per il piacere della scoperta, della conoscenza, del viaggio che continua...
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